Spesso i coreani, sul grande schermo, non si prendono sul serio. Ma sanno che il cinema è cosa assai seria. Stavolta però, con 11 am, devono aver fatto un po’ di confusione e non hanno preso sul serio neppure il cinema. Ed è un peccato perché si trattava di un film di fantascienza, genere con cui il cinema coreano non si è mai particolarmente confrontato. Un’opportunità da cogliere al volo che invece è stata gettata alle ortiche.
11 am è uno sci-fi con al centro il più classico (e basilare) topos del genere: il viaggio nel tempo. E il potenziale c’era tutto: un sottomarino isolato dal mondo, un accordo coi Russi interessati al progetto, una squadra in cui (come anche c’ha insegnato Star Trek) non manca qualche coppia di ufficiali fidanzati. Il problema di 11 am, purtroppo, è che non ha creduto in se stesso. Rimane un film di fantascienza statico, impaludato, privo di vera azione e di vera suspense. La regia di Kim Hyun-seok, inoltre, non è all’altezza del compito, priva del benché minimo guizzo necessario ad un film del genere.
Al di là delle star del cinema coreano presenti sulla scena, dove spicca Jeong Jae-yeong, lo scarso risultato generale del film è dovuto, o almeno dà questa impressione, al non troppo budget destinato al progetto. Anche le scenografie e gli effetti speciali non trasmettono il minimo bagliore nè il minimo appeal. Tutto è molto asettico, alla “versione base”, se così vogliamo dire “girato con mezzi di fortuna”. Certo non è un esile filmino amatoriale, ma considerando i budget di cui dispone molto cinema coreano, dispiace e spiazza vedere quanta poca attenzione sia stata dedicata ad un film che poteva valere molto di più.