Le ricette della signora Toku (An) di Naomi Kawase è un piccolo film di isolamenti, incontri, scelte, scoperte. Un film che medita sul tempo, poiché c’è un tempo per ogni cosa: per cucinare, per conoscersi, per accettare, per ripartire. Le ricette della signora Toku (An) riflette sul tempo che resta e che manca, da cogliere al volo o da far decantare.
Protagoniste tre solitudini: Sentaro, che, fiacco e controvoglia, gestisce un minuscolo negozio di dorayaki (dolci tradizionali giapponesi); un’anziana signora, Tokue, che irrompe alla finestrella del suo negozietto proponendosi come aiutante e portatrice di una formidabile ricetta dell’an (marmellata di fagioli rossi) per farcire i suo dolcetti; Wakana, una liceale più riflessiva delle compagne, che si affeziona ai due e ne diventa un po’ la tutrice. Tre personaggi che entreranno in simbiosi come gli ingredienti segreti di una buonissima ricetta antica…
Le ricette della signora Toku (An) di Naomi Kawase è un film che osserva e non ha fretta. Osserva i personaggi, i loro gesti, le loro emozioni e il tempo che tutto ciò richiede. Lo sguardo della Kawase, personalissimo, è totalmente assorbito e incentrato sui corpi e i volti che porta on screen. La realtà quotidiana è osservata da molto vicino, con una messa a fuoco che pare dimenticare i contorni, ovvero la città, mostrata solo tramite qualche strada (per di più fuori fuoco). Le ricette della signora Toku (An) è un film di dettagli, quei dettagli che rendono grande un film, come un dolce o una relazione.
Le ricette della signora Toku (An) matura e cresce, come un frutto. Opera di grande dolcezza nella prima parte, si fa amara nella seconda: le dicerie e le difficoltà di ogni giorno vengono a galla, così che il film, in sintonia con le “stagioni” spirituali dei personaggi, (s)purga fuori tutta quella schiuma aspra che Tokue lavava via dai fagioli di una ricetta meticolosa e “miracolosa”. Un’amarezza che coinvolge, che ci avvicina ancor di più a questi tre piccoli e amabili personaggi. Fino ad un finale, di dolore e di speranza, che ci lascia sazi d’aver visto qualcosa di pregevole.
Ho visto il film e concordo sulla tua recensioni. Tre diverse solitudini che insieme riescono ad amalgamarsi tra loro, come i fagioli e lo zucchero nella ricetta della signora Toku. La pellicola scorre con grazia e poesia, in maniera sobria ma elegante fino alla fine. Da vedere
sì, sono assolutamente d’accordo con te!