Il cinema cinese, da sempre di forte stampo sociale, in equilibrio tra denuncia e messa in mostra della realtà, non è la prima volta che ci racconta una storia al femminile, su quel “sesso debole” vessato e ancora non del tutto emancipato alla luce accecante del sol levante. Angels wear white di Vivian Qu s’inserisce su questo filone, datato e sempre attuale, con un plot che vede protagoniste due piccole donne: Wen, dodicenne vittima di violenza sessuale, e Mia, sedicenne receptionist in un albergo, unica testimone dell’abuso. Ma cosa accade quando Mia decide di tacere per non perdere il posto di lavoro?
Angels wear white di Vivian Qu è un dramma lieve e mai urlato, nonostante la situazione sia delle più scandalose e disturbanti. All’ombra pesante e lunga del capitalismo che tutto può e che niente perdona, il film ci consegna uno spaccato sulla mai infranta disuguaglianza tra i sessi nella Cina del Terzo Millennio, dove prostituzione e discriminazione, in un silenzio assordante, sono uno status quo che fa paura.
Vivian Qu, però, non alza mai i toni, anzi tiene tutto come sottovoce, imprigionato in un’intimità che, per assurdo, dà i brividi. Angels wear white, come lo stesso titolo lascia intendere, rimane candido, serafico, imploso e collassato su se stesso. È uno di quei film che al Festival di Venezia, ai tempi dell’era Muller, avrebbe vinto il Leone d’Oro. Oggi i tempi sono cambiati e Angels wear white rimane un film significativo ma poco incisivo, che lascia un po’ sconcertati per l’incapacità di non riuscire ad affondare mai il colpo che colpisca al cuore chi guarda.
Molto belle sia la sequenza iniziale che quella finale, imperniate, circolarmente, intorno alla gigantesca statua di Marilyn Monroe nella celebre posa con la gonna bianca al vento di Quando la moglie è in vacanza. Quel gesto, quell’allegria, quel bianco che Mia osserva e fotografa fino a fissare le mutande della diva, sono il simbolo di un tempo perduto, di un’innocenza mitica, di un senso di libertà che ancora oggi molte donne cinesi non possono godere.