E’ proprio vero che il cinema non ha limiti. Dragonfly Eyes dell’artista cinese Xu Bing è il primo film “girato” sfruttando solo le immagini registrate da telecamere di sorveglianza sparse in tutta la Cina. Xu Bing con la sua squadra ha scaricato e analizzato centinaia di ore registrate da telecamere di controllo che hanno ripreso le più svariate situazioni: gente che va al tempio, altra che acquista prodotti in un negozio, persone che semplicemente camminano per strada. E pensate che è tutto materiale liberamente accessibile online.
Dopo un gigantesco e quasi infinito lavoro di catalogazione e divisione, Xu Bing è riuscito a mettere in fila i tantissimi video fino a creare una vera e propria storia, un vero è proprio film, Dragonfly Eyes appunto, ambientato in diversi luoghi e interamente basato su quei filmati. Insomma, un vero e purissimo esempio di cinema del reale.
Presentando Dragonfly Eyes all’ultimo Toronto Film Festival, Xu Bing ha detto che la parte più interessante del lavoro è stata senza dubbio la visione di tutto il girato grezzo. E questo perchè ciò gli ha dimostrato come oggi nella nostra società non esista proprio più il buon vecchio concetto di “privacy”. Il regista è rimasto stupito dal fatto che ci possano essere telecamere anche in un tempio buddista. E invece, purtroppo o per fortuna, è proprio così: la presenza della videosorveglianza è così capillare da registrare ogni nostro movimento e azione fuori dall’ambiente domestico tanto da permettere la creazione di un lungometraggio di 80 minuti. Dragonfly Eyes è un esperimento estremo, potentissimo, quasi surreale, che un po’ ci spaventa anche.