Recensione di I saw the devil di Kim Jee-woon.
Catturare e liberare. E’ questa la spietato modus operandi che in I saw the devil di Kim Jee-woon guida l’iter vendicativo di Soo-hyun, agente segreto che, dopo aver assistito in diretta telefonica alla violenta uccisione della fidanzata, dà luogo ad una caccia senza tregua al folle serial killer di turno, Kyung-chul. Soo-hyun finirà così per trasformarsi in un vero e proprio mostro pur di consumare la sua vendetta tremenda vendetta.
I saw the devil è uno splatter movie sofisticato, di pregiata fattura, nel quale Bene e Male non assumono rispettivamente le sembianze dell’ufficiale in divisa e del folle omicida. Così lo spettatore, minuto dopo minuto, cade nel tranello di porsi più volte la stessa insolubile domanda: chi è il devil del titolo?
I saw the devil è un film che prende senza dubbio allo stomaco per la truculenza di molteplici sequenze, di quelle che spingono gli animi più sensibili alla vista di (fiumi di) sangue a portare la mano davanti agli occhi, mentre intanto quelli più impavidi si gongolano in un “compiaciuto” sorrisino.
Dietro il continuo entertainment di cattura-fuga-cattura affiora la dimensione psicologica e sentimentale del film. L’opera, infatti, si concentra sul tema della giustizia personale, meglio nota come vendetta, sentimento profondo che logora e rovina l’uomo fino a trasformarlo in un mostro. Ma I saw the devil può anche essere letto, come affermato dallo stesso regista, come un’estrema storia d’amore incentrata su un uomo disposto a tutto per (vendicare) la donna amata.
Kim Jee-woon sa il fatto suo dietro la macchina da presa. Ogni inquadratura è un piccolo quadretto da incorniciare per colori, composizione e definizione dei chiaro-scuri. Straordinaria la prova dei due protagonisti, due vere star del cinema asiatico: il carismatico Choi Min-sik (Old boy) ed il glaciale Byung-hun Lee.
Insomma, I saw the devil è un film che non lascia indifferenti, da vedere a stomaco vuoto e, proprio come la vendetta, da servire freddo.
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