Recensione di Jo Pil-ho: L’alba della vendetta su Netflix.
Scritto da Biancamaria Majorana.
L’attore protagonista è Lee Sun-kyun, quello dell’adrenalinico A Hard Day (ri-leggi la recensione). Il regista è Lee Jeong-beom, quello degli apprezzatissimi No Tears for the Dead e The Man from Nowhere. Insomma, non potremmo chiedere di meglio. Ma questi due elementi sono sufficienti affinché Jo Pil-ho: L’alba della vendetta sia un film coi controfiocchi? Sembrerà assurdo, ma la risposta è negativa. Infatti Jo Pil-ho: L’alba della vendetta è un’opera che lascia delusi, frutto acerbo e incerto di un regista che pare irriconoscibile e di un interprete privo del carattere e della caratura dimostrati in passato.
Prodotto originale Netflix, Jo Pil-ho: L’alba della vendetta è un thriller poliziesco che fatica a trovare la propria strada. Appare zoppicante e sfilacciato sin dall’inizio, i personaggi non coinvolgono lo spettatore perché non approfonditi psicologicamente e la trama affanna ad ingranare poiché dà per scontati troppi elementi che lo spettatore non può conoscere.
Jo Pil-ho: L’alba della vendetta è quindi un crime debole, che non riesce a rafforzarsi né crescere in tensione. Certamente sulla lunga durata non mancano sequenze d’azione spericolata con la giusta dose di cruda violenza che piace tanto al cinema coreano. Ma sono passaggi episodici che, sguarniti di un plot che possa davvero tirarci a sé, rimangono isolati. Anche la regia si muove su questa stessa linea: i pochi bagliori, di quelli che lasciano davvero a bocca aperta, non hanno la forza per farsi ricordare poiché offuscati da una poca ispirazione che punteggia tutto il resto del film. E viene da chiedersi dove sia finito quel regista che con The Man from Nowhere era riuscito a regalarci un vero fiume in piena di acrobazie e suspense.