Recensione di Little Forest del coreano Yim Soon-rye.
Scritto da Biancamaria Majorana.
Little Forest del coreano Yim Soon-rye si pone sulla “scia tematica” del connazionale Hong Sang-soo e del giapponese Hirokazu Kore-eda. Ma soprattutto ricorda molto Le ricette della signora Toku di Naomi Kawase per il suo essere un film dove ricordi e sentimenti sono indissolubilmente legati al cibo e alle stagioni.
Tratto da un manga giapponese, Little Forest disegna e colora, con radiosa morbidezza e cura materna, come fosse un quadro impressionista, la (doppia) storia di fuga e rinascita della giovane Hye-won, la quale, in crisi a livello professionale, decide di lasciare la grande Seoul per rifugiarsi nei tempi compassati e lievi della vita rurale nel villaggio in cui è cresciuta. Spera di ritrovare la madre, che non vede da troppo tempo, ma purtroppo le loro strade non s’incontrano, anzi paiono allontanarsi vertiginosamente. Inizia così per lei, “aiutata” dalla presenza della sua (ex) migliore amica e di un altro amico d’infanzia (che fa breccia nel suo cuore), un percorso in cui seguire le radici emotive di quando era bambina corrisponde a rincorrere quelle fisiche della terra e del clima. Tra un ricordo e l’altro, una ricetta di ieri e una di oggi, ritroverà se stessa, sua madre e, almeno in parte, un po’ di meritata serenità?
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Little Forest è un film piccolo dal cuore grande, di quelli che, anche grazie ad una fotografia quasi “primaria” nella definizione dei colori e ad una recitazione che fa della naturalezza un indice di assoluta veracità, ci coinvolge a livello di anima e cuore. Un’opera che, nella frenesia dei tempi moderni, pare anacronistica. E che compie un piccolo miracolo: far rallentare i tempi della nostra ruotine, oltre che del nostro cuore sempre affannato da mille preoccupazioni.
La protagonista Hye-Won non è priva di problemi personali, paure, scheletri nell’armadio, ma nella pace di un’oasi rurale, che solo in alcune zone di campagna possiamo ancora trovare, riesce a rimettere in ordine i battiti del proprio cuore e del tempo che corre inesorabilmente via.