The show must go on-line. Potrebbe essere questo il motto di Cheong-rok, il protagonista di Live Tv, che non solo decide di riprendere con lo smartphone il mènage a trois che lo coinvolge con un amico e una ragazza, ma anche di continuare a riprendere senza sosta quando scopre che nel motel dove si trovano un killer sta facendo una mattanza degli ospiti.
Live Tv di Kim Sun-Ung e Son Kwang-Soo s’inserisce in quel filone horror interamente girato con macchina a mano inaugurato da cult come The Blair Witch Project o Rec di Balagueró. Ed è in particolare a quest’ultimo che si richiama per l’ambientazione (un palazzo) e la dinamica della diretta (non a caso La paura. In diretta era lo slogan promozionale di Rec). Al posto della macchina a mano, però, usa l’iphone, che nel genere horror è già stato usato, con esiti del tutto differenti, in Nightfishing (2011) di Park Chan-wook.
A questo elemento Live Tv ne aggiunge altri due molto interessanti: il mondo social, di followers che aumentano in modo esponenziale nel seguire morbosamente la carneficina, e la componente erotica, che caratterizza tutta la prima parte del film, sempre inserita in una dinamica di guardoni su internet.
Live Tv è un horror estremamente concitato, con sangue a fiumi, adatto a stomaci forti. È splatter e slasher allo stesso tempo, con un gruppo di giovani che fuggono sì lontano, come vuole il genere, ma non in un bosco o una casa appartata bensì in un motel (ambientazione sinistra da Psycho di Hitchcock in poi).
Live tv è quindi un film ansiogeno, disturbante nella prima parte incentrata sul sesso e terrificante nella seconda col crescendo di sangue versato. Un film che ha la stoffa del piccolo cult e l’apprezzato coraggio di non ricorrere all’ausilio della colonna sonora (che troppo spesso facilita parecchio nello scopo di spaventare lo spettatore).