Manhunt di John Woo: ritorno al (grande) passato – recensione

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Recensione di Manhunt di John Woo con Zhang Hanyu e Masaharu Fukuyama.

John Woo, il re dell’action, è tornato! Un ritorno in grande stile, tra il serio e il faceto, con Manhunt, film che la dice lunga su come John Woo viva e veda oggi il genere che lo ha reso famoso in tutto il mondo e su come si possa, oggi, riderci sopra.

Dopo i dieci anni passati a Hollywood a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila, e dopo i non del tutto riusciti cappa e spada La battaglia dei tre regni (2008) e La congiura della pietra nera (2010), John Woo rimette mano e testa al suo genere preferito, l’action, e il risultato è meraviglioso. Alla veneranda età di 71 anni, il maestro di Hard Boiled, nello stallo insipido di molto cinema internazionale, punta tutto sul vintage e ci regala un film in pieno stile Nineties che ipnotizza e diverte.

Rallenty su rallenty, dissolvenze su dissolvenze, accompagnati da una colonna sonora da serie tv di quando eravamo bambini, John Woo orchestra in Manhunt un film spettacolare e colorato, sempre pronto a esplodere in sequenze acrobatiche che fanno ricordare e sognare il cinema che fu. E l’effetto nostalgia è forte e immediato sin dalle prime battute incentrate sulla bellezza dei vecchi film e dei vecchi supporti (dal vhs al dvd oggi in crisi).

In Manhunt ci sono tutti i must del cinema di John Woo, conservati anche quando andò oltreoceano: le inossidabili colombe bianche che impallano in primo piano, gli stop frame che cristallizzano i volti e le pose plastiche dei protagonisti, le battute che ammiccano ai cinefili (for a better tomorrow), i rimandi interni da buddy movie (il poliziotto e il ricercato stringono amicizia come in The Killer) e tanto altro ancora.

Insomma, Manhunt è il perfetto riassunto di tanto cinema del maestro cinese, una sorta di film testamento di chi sa come far eccitare ancora i propri fan dopo quarant’anni suonati di carriera.

Questa era la recensione di Manhunt, ora guardati il trailer del film:

Manhunt di John Woo: ritorno al (grande) passato – recensione ultima modifica: 2017-09-09T16:54:53+02:00 da Tommaso Tronconi

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