One on one (2014) di Kim Ki-Duk: la recensione

One on one di Kim Ki-duk

Dopo Moebius, con One on one Kim Ki-duk continua ad accanirsi sul corpo, martoriato da continue violenze. Stavolta non ci sono evirazioni, ma il regista coreano prosegue sulla via di un cinema radicale ed estremo, inquadrandolo come uno spaccato della Corea di oggi.

one-on-one-filmIl tema della violenza s’interseca inevitabilmente con quello della vendetta, tema dominante e ricorrente in molto cinema sud-coreano. Su tutti la celebre Trilogia della Vendetta di Park Chan-wook, ma anche I saw the devil di Kim Jee-woon. Ma se in questi casi si trattava sempre di una vendetta personale, rivolta da singolo contro singolo, in One on one Kim Ki-duk mette in scena una vendetta che coinvolge chi detiene il potere e la forza. C’è un’accusa alla società, al governo, a chi dimora nelle alte sfere ordinando omicidi di innocenti per una causa superiore e sconosciuta. La catena di responsabilità si alimenta e vanifica allo stesso tempo, poiché ciascuno si limita ad eseguire un ordine che proviene da più in alto, da ignoti. Ciò conduce un gruppo di persone comuni a riunirsi per vendicare la morte di una ragazza, trasformandosi così in un gruppo di carnefici alla stregua di chi ha dato inizio ad una spirale di violenza destinata a non trovare conclusione.

Con One on one Kim Ki-duk disegna una società coreana in preda alla violenza, di ricchi contro poveri, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e potenti, mentre i poveri sempre più poveri e impotenti. Una Corea descritta da uno dei protagonisti come un acquario dove i pesci più piccoli hanno bisogno di quelli più grossi e pericolosi per sentirsi vivi, per avere un motivo per cui sopravvivere e non morire. Emerge così una Corea dominata da un regime del Terrore, di mors tua vita mea, in un crescendo che pare non lasciare scampo. E a livello visivo e narrativo, si sa, Kim Ki-duk non fa sconti.

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Guarda il trailer di One on one:

One on one (2014) di Kim Ki-Duk: la recensione ultima modifica: 2015-07-06T17:18:35+02:00 da Tommaso Tronconi

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