Recensione di Start Up di Choi Jeong-yeol.
Scritta da Alessia Ronge.
I webtoon, prodotti originari della Corea del Sud, sono fumetti digitali e in quanto tali più “liberi” sia nelle forme sia nei contenuti rispetto al classico e convenzionale fumetto cartaceo. In meno di vent’anni sono diventati un’essenziale fonte d’ispirazione per il mercato audiovisivo coreano per realizzare serie tv e film. Tra i film presentati alla 20esima edizione del Florence Korea Film Fest nella nuovissima e inedita sezione dedicata proprio ai Webtoon, c’era anche Start Up di Choi Jeong-yeol.
Basato sul webtoon di Jo Geum-san, racconta la storia di Taek-il che, disubbidendo alla madre che vorrebbe intraprendesse una carriera universitaria, decide di scappare di casa. Nel nuovo quartiere dove si trasferisce inizierà un nuovo lavoro e comincerà a farsi nuove amicizie. Nel frattempo Sang-pil, amico di Taek-il, avvia una carriera creditizia per fare soldi. Ma i due ragazzi si ritroveranno ad affrontare un periodo difficile in un mondo sempre meno empatico.
Il film sin dalle prime battute appare poco originale e poco divertente. Unica nota meritevole in questo insolito mix visivo sono i personaggi che, nonostante tutto il lungometraggio si delinei come banale e scontato, ne escono simpatici agli occhi dello spettatore. Per il resto il film non offre spunti degni di nota. La storia non è mai sufficientemente sviluppata per essere accattivante o per portare a termine un’intenzione registica. Nonostante si dichiari fin da subito un film dai toni leggeri e piacevoli, molte battute finiscono per rivelarsi convenzionali e patetiche, fallendo miseramente in ogni intento. Start Up vuole strafare nei suoi 100 minuti e anche le scene d’azione sono qualcosa di visto e rivisto. Il film, perdendosi in molte e troppo differenti questioni sociali, finisce per distrarsi e distrarci: l’umorismo che ne deriva si fa così discorsivo, banale, stereotipato.