Tu chiamala se vuoi… fantascienza. Sì, perché The Whispering Star di Sion Sono è molto più che fantascienza, è altro, è oltre. Pur per vie diverse, fa parte di quella nuova frontiera del “genere” battuta anche da Interstellar, Arrival e Blade Runner 2049. L’occhio guarda più al dito (cioè all’uomo) che non alla luna (cioè lo Spazio).
Presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2015, e in distribuzione home video solo da fine 2017 grazie alla coraggiosa CG Entertainment, The Whispering Star è un viaggio nella galassia da un pianeta all’altro verso una meta dove ogni rumore superiore ai 30 decibel rischia di uccidere chi vi abita, ovvero quel che è rimasto degli uomini. Il genere umano è in via d’estinzione, ne è sopravvissuto solo il 20%, il restante 80% sono androidi e robot.
2017: odissea nello spazio. L’androide Yoko Suzuki solca lo Spazio per consegnare pacchi, impiegando anni per raggiungere i pianeti dei destinatari. A “farle compagnia” e guidarla è la voce della sua astronave, una sorta di Hall kubrickiano confuso, stanco, che soffre il solletico, che non sa più distinguere l’interno dall’esterno dello shuttle (a forma di casa, con tanto di porticato e scale verso un giardino che non c’è).
C’è tanto silenzio in The Whispering Star, tanta attenzione ai dettagli (la goccia che cade dal rubinetto, le farfalle intrappolate nella plafoniera, il fruscio del mangianastri). C’è un bianco e nero che spesso non è tale, che talvolta vira nel colore più vivido come in un risveglio improvviso di vita. E poi c’è Fukushima. Sì, la città colpita e distrutta dal disastro nucleare del marzo 2011. Sono i suoi paesaggi scarni, le sue strade fatiscenti, i suoi palazzi in rovina ad essere attraversati dalla solitaria e rispettosa Suzuki.
Sion Sono torna a Fukushima dove averci girato il bellissimo e straziante Himizu. I toni sono diametralmente opposti: non più gridati e disperati, ma sussurrati, quasi muti. Ora è tempo di dare tregua alle orecchie e tornare a vedere con gli occhi della mente cosa è rimasto dell’uomo, su una Terra che ha visto l’apocalisse.
Insomma, The Whispering Star di Sion Sono non è certamente un film facile, anzi tutt’altro. Ma si avvicina molto al capolavoro, come dimostra quel finale in cui gli uomini sono più ombre semoventi e gioiose che non corpi vivi che vivono davvero.